“Quando arriva il giorno, ci chiediamo: dove possiamo trovare la luce in quest’ombra infinita?”
Inizia così The Hill We Climb, la poesia che ha fatto conoscere Amanda Gorman al mondo. Una giovane donna vestita di giallo, in piedi davanti al Campidoglio, che con voce sicura e parole luminose ha ridato speranza a milioni di persone. Ma dietro quell’immagine iconica c’è una storia di sfide silenziose e di coraggio straordinario.

Amanda Gorman nasce il 7 marzo 1998 a Los Angeles, in una famiglia composta dalla madre Joan Wicks, insegnante di inglese, e cresciuta insieme alla gemella Gabrielle e al fratello Spencer. Fin dai primi anni di vita, Amanda convive con infezioni croniche alle orecchie dovute alla nascita prematura, che le hanno causato un disturbo dell’elaborazione uditiva e difficoltà di articolazione, con la “r” che resta un suono ostico fino quasi all’età adulta. Scopre il suo problema già in kindergarten, durante i controlli audiologici, e affronta sedute intensive di logopedia e terapie fonologiche che la aiutano a trasformare ogni esercizio di pronuncia in un’opportunità di crescita.

Da bambina si rifugia nella scrittura: a cinque anni compone le sue prime canzoni, ma è la poesia che la conquista davvero, offrendole uno spazio sicuro dove esplorare emozioni troppo vaste per essere pronunciate. Per superare la balbuzie, frequenta laboratori di spoken word e si esercita ripetendo a memoria brani di musical come Hamilton, convinta che padroneggiando le “r” di Aaron Burr possa domare ogni consonante ribelle nei suoi versi. In quei momenti di vulnerabilità, Amanda sviluppa la sua presenza scenica e impara a trasformare l’esitazione in un tratto distintivo del suo stile, facendo del silenzio un’energia da cui far nascere la propria voce.

A sedici anni viene eletta prima Youth Poet Laureate di Los Angeles, un riconoscimento che le apre le porte di sale istituzionali e media nazionali per la lettura dei suoi versi profondi e coinvolgenti. Nel 2015 pubblica la raccolta The One for Whom Food Is Not Enough, in cui mescola ferite personali e speranza collettiva, ricevendo elogi da figure come l’ex poeta laureato di Los Angeles Luis J. Rodriguez. Proseguendo gli studi ad Harvard, si laurea cum laude in Sociologia, conquistando premi accademici come il Detur Book Prize e il John Harvard Scholar Award.

Nel 2017 Amanda diventa la prima National Youth Poet Laureate degli Stati Uniti, un titolo storico che la porta alla Casa Bianca e la fa incontrare con personalità come Malala Yousafzai e Lin-Manuel Miranda. Pur mantenendo un impegno accademico e civile, continua a scrivere e a ispirare, fondando l’organizzazione One Pen One Page per incoraggiare giovani poeti a trovare la propria voce.

Il 20 gennaio 2021 segna la sua consacrazione: a 22 anni, sale le scalinate del Campidoglio indossando un abito giallo e legge The Hill We Climb, testo scritto fra la fine di dicembre e i primi giorni di gennaio come risposta agli eventi del 6 gennaio alla Capitol Hill. Tra ansia, notti insonni e la paura del COVID-19, decide di affrontare il palco anziché cedere al rimpianto, e la sua poesia diventa un inno di speranza e unità che conquista il mondo intero.

Da quel momento, Amanda ha recitato al Super Bowl – prima poetessa a esibirsi in un evento sportivo di tale portata – co-presentato il Met Gala 2021 e ottenuto il riconoscimento di Estée Lauder Global Changemaker. Ha pubblicato due libri con Penguin Random House e ne ha in programma altri tre, ha scritto per il New York Times e continua a viaggiare per scuole e conferenze, dimostrando che la parola ponderata può davvero cambiare le percezioni e unire le persone.

Oggi Amanda mostra che la voce è un giardino che fiorisce sulle sfide affrontate: il suo disturbo del linguaggio, che l’ha costretta a ricostruire ogni parola, è diventato la sua più grande forza, conferendole una sensibilità unica al suono e al ritmo delle vocali. In un mondo che corre, la sua poesia ci invita a rallentare, ad ascoltare le pause e a riconoscere che ogni esitazione contiene un germoglio di luce, perché, come Amanda ci insegna, anche davanti al silenzio più profondo possiamo trovare la melodia capace di ricucire i nostri cuori.

crediti foto: poesieamatita


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